Agosto:
mese notoriamente caldo… 2012: un anno
che si ricorderá in molti luoghi come decisamente caldo e secco... vitigni bianchi: tendenzialmente precoci dove
preservare gli aromi é essenziale... economia
ed ecologia: il freddo tanto caro alle vinificazioni ha un costo economico ed
ambientale elevato...
Se
mettiamo questi ingredienti in uno shaker e agitiamo bene ne esce la ricetta
della Notte Bianca di BERNAVÍ: vino da vendemmia notturna manuale, sfruttando
le notti estive fresche della zona!
Anche
quest’ anno, il secondo consecutivo, ci siamo trovati a dover affrontare lo
sprint finale della maturazione delle nostre uve bianche in condizioni
climatiche decisamente estreme a livello di temperature e siccità. La decisione
é stata rapida ed unanime: vendemmiamo durante le ore notturne. Ecco che dopo
una cena frugale, ci armiamo di lanterne “mentali” (come le chiama Gino) e ci
addentriamo tra i filari della nostra vigna chiamata “coster” di oltre 70 anni
dove ci attendono dei grappoli d’ oro: la Garnatxa blanca é la regina della
Terra Alta e nonostante le avversità ci regala acini dalla fragranza intatta,
con un accumulo zuccherino importante ma che conservano un equilibrio perfetto.
Abbiamo
vendemmiato per due notti con la calma e l’ attenzione che richiede questo che per
noi é ormai un rituale. All’ albeggiare del secondo giorno di vendemmia ci
siamo recati nel fondovalle, nella zona di semiombra pomeridiana dove il nostro
Viognier ci aiuta ad interpretare questo terroir. Siamo in una zona prelitorale
che ha alle spalle l’ inizio del massiccio centrale spagnolo: un altopiano mediterraneo
di trasizione. Qui infatti il clima mediterraneo risente moltissimo dell’
influenza del clima piú continentale dell’ interno della penisola ed allora
libecci si alternano a maestrali, caldi giorni estivi si alternano a fresche
notti, calde estati lasciano il posto a gelidi inverni. Quest’ incontro tra
estremi quasi opposti lo abbiamo voluto interpretare cosí, con la Notte Bianca,
dove una Garnatxa mediterranea e tipica si sposa con un Viognier piú continentale
che grazie alla sua plasticità ben si adatta ed esprime originalità in queste
terre.
Le uve raccolte quasi con tenerezza alla luce delle
lanterne, lavorando nel silenzio piú totale dove solo il vento sussurra e le
stelle insieme alla luna ti accompagnano, le abbiamo portate all’ alba in
cantina e le abbiamo pressate con tutta la cura che meritavano. Il mosto fiore
aveva una temperatura di 18 gradi ... portarlo a 15 per iniziare
e mantenere una fermentazione rispettosa degli aromi é quasi uno scherzo!
Adesso la nostra Notte Bianca fermenta lentamente, liberando
profumi di mela verde, pompelmo, banana, pesca...evoluzioni aromatiche che mi
raccontano di una complessità in potenza molto interessante. Poi seguirà le lune
e riposerà sulle fecce fino alla fine del prossimo inverno quando chiamerà la
bottiglia.
In vino vivendo ... continua ...
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